Quesito 1. ABOLIZIONE DEL DECRETO SEVERINO

Il decreto Severino prevede incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per parlamentari, rappresentanti di governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali in caso di condanna anche solo in primo grado di giudizio. Può succedere quindi che l’amministratore pubblico sia sospeso e poi assolto perché risultato innocente in fondo ai tre gradi di giudizio.

Con il sì viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.

Quesito 2. LIMITI AGLI ABUSI DELLA CUSTODIA CAUTELARE

La custodia cautelare è la possibilità di limitare la libertà di una persona indagata, anche se ancora non riconosciuta colpevole di nessun reato. Ogni anno circa mille persone vengono incarcerate e poi risultano innocenti. Se voti sì, fai in modo che la custodia cautelare rimanga utilizzabile solo per chi è accusato di aver commesso reati gravi, togliendo la possibilità di usarla per chiunque e senza limite, come avviene ora. Se voti no, ovviamente lasci tutto com’è.

Quesito 3. SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI

Oggi un magistrato può costruire un’accusa contro un cittadino e poi diventare pure il giudice che decide su tale accusa. Se voti sì, sei convinto che accusa e giudizio siano due ruoli ben distinti e quindi farai in modo che il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera il ruolo di giudicante o requirente, per poi mantenerlo durante tutta la carriera. Se voti no, lasci attive le cosiddette “porte girevoli”.

Quesito 4. EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI

Fino ad ora il giudizio sul lavoro dei magistrati è fatto… dai magistrati. Ebbene sì, i controllati sono anche i controllori. Votando sì, anche gli avvocati e i professori che compongono i consigli giudiziari, potranno giudicare l’operato dei magistrati. Se invece voti no, sei d’accordo che i magistrati si diano il voto da soli.

Quesito 5. RIFORMA DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

Tale Consiglio, il famoso CSM, è l’organo di autogoverno dei magistrati e delle loro carriere. E’ composto da 24 membri eletti fra i magistrati, che per candidarsi devono però raccogliere almeno 25 firme: questo significa che un magistrato che voglia candidarsi deve avere il sostegno di una delle cosiddette “correnti”, che possono influenzare quindi l’assegnazione di incarichi come dimostrato dal “caso Palamara”. Votando sì, si elimina l’obbligo per un magistrato che voglia candidarsi al CSM di raccogliere le firme, annullando quindi l’influenza delle “correnti”. Col no, si lascia funzionare il CSM come sta funzionando oggi.