Il Presidente della commissione di controllo di Cava Fornace Andrea Cella rilascia una dichiarazione riguardo l’ipotesi di un consiglio comunale a tema discarica: “E’ stata proposta e discussa anche in commissione l’ipotesi di un consiglio comunale congiunto dei comuni di Montignoso, Forte dei Marmi, Pietrasanta e Seravezza sul tema di Cava Fornace. Ricordo che in commissione tutte le forze politiche montignosine e le rappresentanze degli altri comuni si dissero favorevoli a tali ipotesi: c’era incertezza soltato sull’individuazione di un luogo idoneo. Ultimamente l’idea è tornata in auge e la reputo assolutamente da promuovere e realizzare quanto prima. Le strutture adatte a tale evento non mancano su territorio Montignosino, esorto quindi le istituzioni a trovare rapidamente un accordo per discutere in modo più approfondito possibile: è infatti un momento non facile per la gestione di questo impianto, dal futuro poco chiaro e con una mozione in consiglio regionale votata da tutte le forze politiche e poi disattesa. Proprio tali forze politiche, che rappresentano i cittadini e non se stesse, devono ora più che mai prendersi le proprie responsabilità e fornire chiarezza riguardo le proprie intenzioni. Le risposte date fin’ora non possono che allontanare il cittadino dalla politica e far perdere loro la fiducia: da un anno l’indirizzo dato alla Regione Toscana viene ignorato e anzi viene prospettato un completamento del progetto fino a quota +98 mt. I gestori nel frattempo hanno acquisito il sito ma continuano a non adempiere puntualmente agli impegni economici presi col comune di Montignoso. Le prescrizioni contenute nell’A.I.A. non sono tutt’ora completamente rispettate e non abbiamo ancora notizia degli esiti dei controlli aggiuntivi annunciati da Regione Toscana a febbraio 2018. A fronte di tutte queste criticità condivido le preoccupazioni di molti cittadini e credo fermamente che l’argomento non possa cadere nel dimenticatoio della politica: bisogna quindi al più presto tornare a un confronto pubblico che riguarda ben quattro enti locali, oltre a Regione Toscana come ente autorizzatore. Se questi quattro comuni troveranno una linea unitaria come già fatto in passato, dovranno poi impegnarsi a battere i pugni sui tavoli regionali, non considerando il proprio lavoro come finito: questo per rivendicare il diritto dei cittadini a vivere senza lo spettro di un impianto concepito male proprio dalla stessa politica, che in un’altra “era” fu concorde all’unanimità (o quasi) per far digerire in silenzio ai propri elettori una discarica a pochi metri da un’area protetta e un polo produttivo e commerciale.”