UN ESPOSTO al Prefetto, al Questore, ai sindaci di Massa e Montignoso, ai comandi delle due polizie Municipali ed al Ministero dell’ Interno per sapere «come vengono gestiti i “Cas”, i Centri di accoglienza straordinaria attivi in provincia di Massa Carrara: a presentarlo sono stati i consiglieri comunali Stefano Benedetti di Massa e Andrea Cella di Montignoso, dopo alcuni «soprallughi» nelle stesse strutture, durante i quali sarebbe emerso che «i profughi sono abbandonati a se stessi» e quindi tendono a dedicarsi «ad attività illecite». «A MASSA CARRARA – premettono Benedetti e Cella – sono ospitati attualmente 728 migranti distribuiti in 53 strutture, di cui 398 solo a Massa e Montignoso (90 al Casone, 30 in via Bozzone, 23 a Ronchi, 10 in via Renaccio, 90 via Carducci e via Rossini, 12 via San Giuseppe Vecchio, 118+25 a Montignoso). Questa presenza massiccia e le lamentele dei cittadini ci hanno indotto ad ad effettuare, in qualità di consiglieri comunali di Massa e Montignoso, una serie di sopralluoghi nelle strutture di accoglienza gestite da associazioni e cooperative, per accertarne la situazione e il livello di organizzazione». Ebbene, «il monitoraggio effettuato ha portato alla conclusione che la situazione è preoccupante, aggravata dalla carenza di controlli da parte degli organi istituzionali preposti. Il problema principale è dato dal fatto che proprio la carenza dei controlli di alcune strutture favorisce l’aumento di reati quali prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti, oltre alla diffusione di pratiche distruttive come l’alcolismo e il consumo di droga. Alcuni episodi accaduti recentemente, come quello dell’accoltellamento di un nigeriano avvenuto nel centro di accoglienza di via Carducci (persona che proprio l’altra mattina è stata oggetto di un provvedimento di sospensione del percorso di accoglienza), oltre ad alcune risse avvenute sul nostro territorio, ci spingono a denunciare una situazione che potrebbe avere gravissime ripercussioni sul tessuto sociale e sulla sicurezza, aumentando il degrado del nostro territorio. E’ bene chiarire che durante i sopralluoghi abbiamo constatato l’esistenza di strutture ben organizzate e gestite con criterio, ma anche di strutture abbandonate a se stesse e per le quali chiediamo formalmente la chiusura immediata e il trasferimento degli ospiti in altri centri di accoglienza: abbiamo visto coi nostri occhi e ottenuto testimonianze di situazioni di degrado assoluto, nonostante il significativo investimento di soldi pubblici da parte del Ministero». In particolare, Benedetti e Cella si riferiscono «al centro in via Debbia Vecchia 3 a Montignoso, dove nessuno controlla i profughi e la casa è frequentata anche da estranei nonostante la presenza di bambini: chiediamo dunque alla dirigente del settore “Sociale” del Comune di Montignoso, Nadia Bellè, l’invio di assistenti sociali che accertino le condizioni dei minori, intervenendo concretamente nel caso in cui venga accertata la presenza di problematiche». Gli altri centri «privi dei dovuti costanti controlli – sostengono Benedetti e Cella – sono gli appartamenti di via Stradella e via San Giuseppe Vecchio dove diversi profughi vivono praticamente in piena autonomia, creando spesso disagi alla popolazione residente». Per non parlare di Marina di Massa, «dove durante la notte le nigeriane si prostituiscono nella zona del Parco Ugo Pisa» e, secondo i due consiglieri, ci sarebbero «profughi-protettori che spesso si allontanano dai centri di accoglienza per periodi piuttosto lunghi anche in compagnia di donne, per raggiungere altre zone dove viene praticata la prostituzione». Alcune profughe si allontanerebbero «senza fare più ritorno», finendo «forse vittime della “tratta delle nigeriane”». Per quanto riguarda il centro di accoglienza di via Carducci, dove sono attualmente presenti 26 profughi, «crediamo sia il caso di intervenire per trasferirne alcuni, poiché vivono ammassati in una piccola villetta abitabile da 4/5 persone e ciò non solo crea disagi a loro, ma accentua il rischio di attività microcriminali e di misfatti come l’accoltellamento avvenuto proprio in questa struttura». Concludendo Benedetti e Cella chiedono che vengano effettuati «i dovuti controlli» ed applicati «i conseguenti provvedimenti di denuncia ed allontanamento dei soggetti che delinquono o che comunque creano problemi di ogni sorta».